Chi è lo storico dell’arte?
Lo storico dell’arte è colui che cerca di capire l’evoluzione del mondo attraverso la successione e l’evoluzione degli eventi storico-artistici. In questa definizione è implicito il desiderio dello storico dell’arte di preservare e tutelare l’arte come fonte di comprensione.
Lo storico dell’arte è legittimato alla qualifica di ricercatore, in quanto interessato allo studio e alla conoscenza di qualsiasi opera che possa considerarsi manifestazione storico-artistica (nonchè testimonianza materiale dell’uomo).
Studiare storia dell’arte, infatti, non significa solo “guardare un dipinto o una scultura”: lo storico dell’arte studia qualsiasi cosa sia stata realizzata per essere, anche solo in parte, guardata; qualsiasi cosa con un lato estetico. Tra i prodotti dell’uomo, le opere d’arte sono infatti gli unici oggetti che richiedono un’indagine estetica: tazzine da té, chiese, gioielli, giornali, iPhone, giardini, flyer pubblicitari, sedie, monete, graffiti, strumenti musicali, palazzi, giardini. Tutto questo e molto altro può essere oggetto di studio di uno storico dell’arte.
Cosa fa?
Fra i compiti principali dello storico dell’arte vi è dunque la facoltà di studiare, comprendere e analizzare una determinata narrazione artistica. Svelare l’identità narrativa di un testo figurativo è pratica assai complessa, in quanto presuppone sia la conoscenza dell’opera analizzata che del contesto storico di riferimento.
Perché questi oggetti vengono studiati nel loro contesto storico e culturale? Chi li ha realizzati? Che soggetto mostrano? Di che materiale sono costituiti? Quando sono stati realizzati e quale sarebbe la loro destinazione d’uso? Come possono essere messi a confronto con oggetti simili o con altre rappresentazioni dello stesso soggetto?
Tutte queste domande vengono poste dallo storico dell’arte in varie ed originali combinazioni ma lo scopo è unico, rispondere alla domanda più importante: “Perché quell’oggetto (scultura, dipinto, edificio o altro) si presenta proprio così?”.
Lo storico dell’arte si pone pertanto il problema di individuare aspetti essenziali e utili alla decodificazione del testo figurativo. Egli ha il compito di leggere tra le righe di quella moltitudine di forme e pigmenti, individuando l’intenzionalità dell’autore e del suo mondo, al fine di riconoscere e valorizzare gli elementi che emergono dalla sua opera.

Federico Zeri nel suo studio
Come lavora?
La ricerca della fonte letteraria
Un passaggio talvolta obbligatorio per lo storico dell’arte è la ricerca della fonte letteraria che può aver dato spunto alla realizzazione di un’opera.
Le stesse indicazioni ministeriali, rivolte a tutte le scuole, individuano nelle fonti uno degli strumenti principali dell’insegnamento.
Si tratta di quei testi ampiamente diffusi nella cultura occidentale, e quindi di facile conoscenza, che sono stati un punto di riferimento per gli artisti nelle loro scelte iconografiche. Tra questi emergono i testi biblici (dell’Antico e del Nuovo Testamento), le vite dei santi e alcuni testi poetici classici.
Qualche esempio?
Ad esempio, per quanto riguarda la traduzione letterale della fonte letteraria che ha ispirato e inciso nella realizzazione delle 28 Storie francescane della Basilica Superiore di Assisi (1296-1304), Giotto e il suo cantiere seguono la biografia del Santo scritta da Bonaventura da Bagnoregio.
Masaccio, nel Tributo della moneta appartenente al ciclo di affreschi realizzato per le storie di San Pietro nella Cappella Brancacci al Carmine di Firenze (1425-1428), riproduce alla lettera l’episodio, articolato in tre tempi, narrato da Matteo negli Atti degli Apostoli.
Il famoso gruppo statuario con Apollo e Dafne che Gian Lorenzo Bernini scolpisce tra il 1622 e il 1625 si ispira ad un passo delle Metamorfosi di Ovidio.
Altri testi fondamentali per l’approfondimento e lo studio della storia dell’arte, sono certamente le Naturalis Historiae di Plinio il Vecchio (dal libro XXXIII al libro XXXVI) e le Vite di Giorgio Vasari.
Le metodologie dello storico dell’arte
Per affrontare la lettura e l’interpretazione delle opere d’arte e ricostruire così il contesto storico, culturale, economico, sociale e ideologico, all’interno del quale sono state generate, lo storico dell’arte può adottare alcune metodologie, utili a comprendere determinati aspetti dell’opera.
Fra queste si annoverano quelle legate alla:
- Psicologia dell’arte: ha il compito di indagare e di definire gli aspetti subconsci che possono influenzare il processo di immaginazione e di rappresentazione di chi ha realizzato l’opera. Un testo di riferimento è certamente Freud e la psicologia dell’arte di Ernst H. Gombrich;
- Iconologia: la definizione è stata ripresa nella moderna storiografia artistica per indicare lo studio, strutturato sistematicamente, del significato delle immagini e, quindi, il metodo d’interpretazione integrale di un’opera d’arte che muove dal suo contenuto. Un testo cardine è Studi di iconologia di Erwin Panofsky;
- Sociologia: per sociologia e storia sociale dell’arte si intende lo studio dei committenti, del pubblico, delle istituzioni, delle organizzazioni, dello statuto sociale degli artisti, studio dello stile. Un testo da cui partire per capire tale fenomeno è La sociologia dell’arte di Nathalie Heinich;
- Strutturalismo: nella critica artistica, lo strutturalismo costituisce una teoria e una prassi fondate sulla considerazione esclusiva dell’aspetto formale dell’opera, intesa come un insieme organico di elementi che derivano il loro valore funzionale dai rapporti che intercorrono all’interno dell’opera stessa tra ognuno di essi e tutti gli altri. Testo consigliato è Lo strutturalismo di Gilles Deleuze.